Sharpe, Sortino e Omega. Tre indici risk adjusted per valutare un investimento

Valutare uno strumento finanziario è un’operazione che va fatta prendendo in considerazione diversi fattori. Abbiamo visto come sia importante considerare l’architettura dello strumento, i suoi costi, la sua liquidità e, non ultimo, il suo profilo di rischio.
Anche il rendimento di uno strumento finanziario può essere oggetto di valutazione e per farlo uno dei parametri più interessanti da considerare è il rischio. Abbiamo ricordato in un altro post come il rendimento possa essere considerato come il premio che riceviamo per il rischio che ci assumiamo acquistando una determinata attività finanziaria. Valutare se questo premio sia consono al rischio che ci siamo presi è possibile grazie ad una serie di indici che, proprio per il loro metodo di calcolo, vengono chiamati risk adjusted.

Il più famoso e probabilmente il più intuitivo indice aggiustato per il rischio è l’indice di Sharpe. Questo indice esprime un valore che è il risultato di una frazione il cui nominatore è la differenza tra il rendimento di una attività finanziaria ed il tasso free-risk. Al denominatore troviamo invece la volatilità dell’attività finanziaria ossia lo scostamento medio del suo rendimento rispetto alla media dei rendimenti. Il tutto parametrato per un determinato periodo di tempo.
Il valore di questo indice ci indica sostanzialmente il rapporto tra l’extrarendimento (rispetto al tasso free-risk) di una attività finanziaria rispetto alla sua volatilità. Più alto il suo valore e maggiore è più saremo orientati a dire che il premio al rischio che ci stiamo prendendo è consono.

L’indice di Sharpe è molto utile nel valutare le gestioni patrimoniali ed i fondi di investimento. Tra due fondi che investono nel medesimo mercato sceglieremo senza dubbio quelle che, su un orizzonte temporale adeguato, ha un indice di Sharpe maggiore. La discriminante fra “bene e male” dell’indice di Sharpe è lo 0 poi più alto è il valore e meglio è. Ovviamente, lo abbiamo appena detto ma lo ripetiamo, dobbiamo confrontare strumenti o prodotti finanziari omogenei, che investano cioè su medesime attività finanziarie.

Un altro indice aggiustato per il rischio è l’indice di Sortino. Questo indicatore è, se vogliamo, una versione più raffinata dell’indice di Sharpe e si differenzia da quest’ultimo per il denominatore della frazione che ne determina il valore. Se, infatti, al numeratore troviamo la nostra solita differenza tra rendimento dell’attività finanziaria ed il tasso free-risk, al denominatore troviamo non la media degli scarti di tutti i rendimenti dell’attività in un dato periodo ma solo di quelli negativi, il cosiddetto downside risk.

Il concetto di base è che nella valutazione della bontà di una attività finanziaria rispetto al rischio, gli extra rendimenti positivi siano un fattore tralasciabile e che invece sia interessante valutare se il rendimento dell’attività sia adeguato rispetto alla media di variazioni negative di quest’ultimo. Il downside risk esprime la media degli scarti negativi rispetto alla media e ci da una specie di probabilità che il nostro investimento ci esponga a sopportare perdite. Più l’indice di Sortino è alto (e comunque sopra lo 0) e più l’investimento sara da considerarsi remunerativo rispetto al rischio a cui ci espone.

Un terzo indice aggiustato per il rischio che ci permette di avere una visione sintetica di come il nostro strumento o prodotto finanziario sta gestendo i nostri soldi è l’Omega ratio. Questo indicatore abbandona ogni confronto con attività free risk e si concentra unicamente sull’attività finanziaria che stiamo valutando. SI tratta sempre di una frazione nella quale abbiamo al numeratore la media degli scarti positivi del rendimento rispetto alla media dei rendimenti ed al denominatore il già citato downside risk. L’Omega ratio ci da il rapporto esatto tra gli le volte in cui l’attività ha ottenuto rendimenti sopra la media e le volte in cui ha ottenuto rendimenti sopra la media. Un indice pari a 1 ci indica un’attività finanziaria nella quale le oscillazioni in positivo o in negativo si sono equivalse. Un indice sopra 1 ci dice invece che la probabilità di avere un rendimento maggiore rispetto alla media è superiore a quella di avere un rendimento inferiore alla media.