Come valutare l’efficienza di un ETF

Quando un investitore si affaccia nel mondo degli ETF deve oramai fare i conti con un numero molto elevato di strumenti. Spesso per uno stesso mercato o settore si trovano decine di ETFs ed a quel punto la domanda è spontanea: come scegliere quello più efficiente?

Ci sono dei parametri che possono essere utilizzati facilmente anche dal risparmiatore finale e che riescono a dare già alcune indicazioni per selezionare lo strumento giusto.

I costi

Il costo di un ETF è sintetizzato nel TER, un indicatore percentuale che ci consente di valutare quanto ci costerà detenere questo strumento. Nella valutazione del costo occorre evitare di mescolare mele con pere e cioè bisognerà confrontare strumenti omogenei (etf passivo con etf passivo, etf attivo con etf attivo). Altra cosa che dovremo valutare è la tipologia di replica adottata dall’ETF. Nel caso di replica sintetica sappiamo che occorrerà considerare anche l’incidenza del costo dello SWAP, non inserita nel calcolo del TER.

Il costo è un paramentro che non va mai utilizzato da solo per la valutazione di un etf ma è utile se usato congiuntamente con il Tracking Error.

Tracking Error (TE)

Il tracking error è sostanzialmente un indicatore della capacità di un etf di replicare un indice. Per gli ETF passivi più questo indicatore è basso più la replica è efficace. A parità di TE potremo scegliere l’ETF con i costi più bassi. Anche qui è bene però valutare sempre strumenti tra loro omogenei. Un ETF a replica sintetica ha statisticamente un TE più basso rispetto ad un ETF a replica fisica mentre i costi del primo sono leggermente più alti rispetto al secondo. Una valutazione a parte la meritano gli ETF attivi e gli smart beta. Qui l’obbiettivo dell’ETF è di creare un Extra rendimento, ossia di fare meglio rispetto all’indice di riferimento. In questo caso più il TE è alto (e positivo) più il nostro ETF sarà stato in grado di battere il nostro indice.

Distribuzione

Un altro fattore a cui guardare nella valutazione di un ETF è la sua politica di redistribuzione di dividendi. Se gli ETFs che stiamo confrontando redistrubuiscono i dividendi è interessante calcolare l’incidenza percentuale del dividendi rispetto al NAV. Questo indice, calcolato dalla divisione tra la media dei dividendi distribuiti in un determinato periodo ed il NAV attuale, ci permette di verificare l’efficienza fiscale di un ETF. Più basso è l’indice e più efficiente è lo strumento sotto il punto di vista fiscale.

I Rischi

Conoscere a quale di tipologia di ETF è riconducibile lo strumento che stiamo analizzando ci permette di prendere in considerazione anche i rischi che potranno derivare dall’investirvi denaro. Abbiamo detto in altre pagine della nostra guida che gli ETF sintetici, ad esempio, presentano un rischio di controparte dovuto alla loro particolare struttura. Gli ETN sono addirittura assimilabili alle obbligazioni e presentano un vero e proprio rischio di credito. Sapere come è fatto un ETF non è soltanto uno sfizio nozionistico ma ci consente di investire consapevolmente evitando spiacevoli sorprese.