I rischi di un ETF

Come ben sappiamo ogni attività finanziaria porta con se un rischio, gli ETF non fanno eccezione. Capire quali sono i rischi di un ETF è un passo decisivo per investire con consapevolezza in un prodotto finanziario interessante.

Possiamo suddividere i rischi legati ad un ETF in due grandi famiglie: i rischi collegati all’investimento ed i rischi legati alla struttura del prodotto.

I rischi legati all’investimento sono quelli che derivano dalla tipologia di titoli inseriti nel portafoglio. Se un ETF investe in azioni porta con se i rischi tipici di questo strumento finanziario, se investe in obbligazioni c’è il rischio emittente, se la denominazione del portafoglio è in valuta c’è il rischio di cambio. Insomma, riassumendo, l’ETF ingloba in se tutti i rischi derivanti dalle attività in cui si investe.

I rischi legati alla struttura del prodotto sono quelli a cui abbiamo accennato in precedenza ma occorre aggiungere qualcosa in più.

Per gli ETF fisici non esiste il rischio di controparte ma, tuttavia esiste un rischio di illiquidità dovuto ad una pratica molto diffusa: il prestito dei titolo in portafoglio. In caso di forte richiesta di riscatto l’assenza “fisica” dei titoli nel portafoglio – perchè prestati a terzi – potrebbe generare problemi di illiquidità.

Nel caso degli ETF sintetici i rischi di struttura sono legati alla controparte (la banca che si impegna a pagare il rendimento del paniere potrebbe fallire) ma anche alle tipologie di investimento utilizzate come collaterale.

Si tratta di rischi limitati ed in molti casi arginati da norme comunitarie o sistemi interni alle società di gestione. E’ tuttavia importante che un risparmiatore capisca bene in cosa sta investendo e sia consapevole che non esiste una sola tipologia di ETF e che più la struttura diventa sintetica – con il ricorso alla famigerata ingegneria finanziaria – più possono nascondersi rischi che mutano la natura dell’investimento.