Quali sono i metodi di replica degli ETF

Abbiamo sin qui capito che gli ETF sono dei replicanti. Lo sono nel senso buono del termine, replicano la composizione di un indice di mercato con l’obbiettivo di conseguirne i medesimi rendimenti. Ma come avviene questa replica, quali sono i metodi di replica degli ETF?

Nel momento in cui la Società di Gestione decide di replicare un indice di mercato ha di fronte a sè due alternative: replicare fisicamente l’indice oppure farlo in maniera sintetica. Vediamo come funzionano questi metodi.

La replica fisica

Il sistema tradizionale ed intuitivo per replicare un indice di mercato è quello di acquistare i titoli in esso contenuti con gli stessi pesi espressi dall’indice stesso. Un esempio ci aiuterà a vederci chiaro.

Supponiamo di avere un indice che è composto dal titolo A per il 50%, dal titolo B per il 25% e dal titolo C per il restante 25%. Replicare fisicamente e totalmente questo indice significa acquistare, fatto 100€ il mio capitale da investire, 50€ del titolo A, 25€ del titolo B e 25€ nel titolo C.

La replica fisica totale è un sistema che trova facile utilizzo per indici con pochi titoli al loro interno (pensiamo ad esempio all’EUROSTOXX 50, che comprende “solo” 50 titoli) ma diventa molto complesso se l’obbiettivo è quello di replicare indici più vasti (si pensi all’MSCI World). Per superare questa difficoltà le SGR possono utilizzare un metodo di replica fisica denominato a campionamento.

Con questo sistema, utilizzando metodi di ottimizzazione assistiti da computer, le SGR ottengono un portafoglio che replica molto fedelmente le performance di un indice senza acquistare la totalità degli strumenti finanzziari in esso contenuti. I metodi sono molti e si basano, ad esempio, sull’incidenza di un titolo sulla perfomance di un indice, su fattori di capitalizzazione e via dicendo.

La replica sintetica

La replica sintetica è la nuova frontiera degli ETF e sostanzialmente consente alle Società di Gestione di replicare indici senza detenere i titoli di quel portafoglio. Questo metodo ha permesso la creazione di moltissimi ETF settoriali e geografici impensabili con la replicazione fisica.

La replica sintetica si basa su un contratto di SWAP. Sostanzialmente l’ETF stipula un contratto con un intermediario finanziario che si impegna a consegnare il rendimento dell’indice in cambio del pagamento di una commissione ed i rendimenti di un portafoglio denominato “collaterale” che può essere composta da titoli completamente differenti da quelli dell’indice da replicare.

La replica sintetica, pur consentendo agli ETF di arrivare a replicare indici inarrivabili con la replica fisica, pone anche delle questioni importanti sotto il punto di vista del rischio e della trasparenza di questo prodotto finanziario. In sintesi:

  • Venendo meno il portafoglio titoli che garantisce l’ETF si creano i presupposti per il rischio di controparte. La normativa pone rimedio a questo rischio con una serie di misure di sicurezza che lo minimizzano ma non lo eliminano.
  • Spesso e volentieri l’intermediario controparte dello SWAP è la capogruppo dell’emittente dell’ETF, questo genera ulteriori problemi in termini di rischio contrattuale e di trasparenza.
  • L’ETF investe i soldi raccolti in un portafoglio collaterale. L’investimento in questo portafoglio è completamente slegato all’indice di riferimento. Può accadere quindi che un investitore acquisti un etf su azioni europee ma che, nel concreto, i suoi soldi vengano investiti in azioni di paesi emergenti.

Come detto la normativa europea (UCITIS) pone paletti importanti per limitare i rischi derivanti da questa tipologia di replica. Il rischio di controparte, ad esempio, non può superare il 10% delle attività del fondo. Altre misure di sicurezza sono state implementate quali la ricalibrazione giornaliera del contratto di SWAP, l’aggiunta di altri collaterali e l’uso di più contratti di SWAP con controparti differenti.

Con una attenta analisi (soprattutto dei costi connessi al contratto SWAP) e selezionando gli emittenti più efficienti, gli ETF a replica sintetica portano con se alcuni vantaggi molto interessanti:

  • una replica più fedele del rendimento dell’indice e quindi un tracking error (lo scostamento della performance dell’ETF da quella dell’indice di riferimento) più basso rispetto agli ETF a replica fisica.
  • costi di gestione più bassi. Qui occorre però dire che i costi delle commissioni sullo SWAP non sono compresi nel calcolo del TER (Total expense ratio dell’ETF).